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Dei fratelli Farrely, con Jim Carrey e Michelle Zellweger
Il comico dalla faccia di gomma, il buffone tutto smorfie e gags facili, incrocia la sua recitazione con la regia (demenziale) dei fratelli Farrely, alla ribalta grazie a "Scemo & + scemo" e "Tutti pazzi per Mary".
Nel film, Jim Carrey impersonifica il mito del doppio. Il comico americano interpreta un poliziotto, Charlie, onesto, corretto ed educato, e Honk, il suo lato diabolico. Tutto va liscio, si fa per dire, finchè non si imbattono in Irene. L'amore farà esplodere tutta la carica deflagrante della doppia vita di Charlie/Honk. "Io, me & Irene" manca certamente di una sua compattezza. Ma questa mancanza
di compattezza deriva proprio dalla potenza di Jim Carrey che si abbatte come un ciclone suoi luoghi e sugli altri personaggi. Un attore unico in scena. Tutti gli altri interpreti sembrano essere completamente succubi del carisma dell'attore e non tanto della consistenza del personaggio da lui interpretato. La stessa Zellweger, una delle attrici statunitensi più brave e originali che riesce ogni volta a lasciare i propri segni in un film, questa volta è completamente imbambolata da Carrey e sembra seguirlo come stordita, quasi per inerzia, inconsciamente contenta di lasciarsi trascinare con lui in un vortice senza tregua.
Certamente i fratelli Farrelly hanno saputo creare il film capace di servire in pieno Jim Carrey, con alcuni
personaggi secondari davvero azzeccati, dai tre figli di colore all'enigmatico "Mozzarella", con tutti i suoi difetti e con tutti i suoi pregi. Dietro non cè certamente una scrittura dinamica, serrata, ma piuttosto dialoghi e situazioni che si alternano continuamente tra l'eccesso e il vuoto, e in cui resta comunque una delle dichiarazioni d'amore più belle e romantiche dell'anno: un aereo che vola che porta con se la scritta "Vuoi sposarmi, troia?"
Duca
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