A FIL DI RETE
Se Saviano parla di opere letterarie
L'autore di Gomorra ospite a «Che tempo che fa» di Fabio Fazio
Fabio Fazio e Roberto Saviano durante la registrazione dello speciale (Ansa)
Un programma con Roberto Saviano è sempre un’emozione,
sia che parli d’Inferno (le infinite aberrazioni dell’uomo) che di Bellezza (i balsami della grande letteratura).
Pensare che la tv, che molti considerano un inferno, sia invece per Saviano una specie di libertà, di momentaneo affrancamento dalla scorta, di garanzia di vita (la visibilità è anche una barriera contro la criminalità organizzata), è una circostanza che dovrebbe far riflettere.
Ospite di Che tempo che fa di Fabio Fazio, per più di due ore Saviano ha parlato di libri, autori, artisti, di quei libri, magari poco noti, capaci però di mettere in crisi regimi politici:
Ken Saro-Wiva, autore nigeriano impiccato a Lagos per la sua opposizione alle compagnie petrolifere,
Anna Politkovskaja, uccisa per i suoi scritti sulla Cecenia,
Miriam Makeba e Reinaldo Arenas.
Soprattutto di
Varlam Šalamov, dei suoi
Racconti della Kolyma : l’opera più sconvolgente sull’inferno dei gulag, scritta con incredibile maestria (Raitre, mercoledì, ore 21,10).
Con qualche ingenuità, Saviano si avventura nell’infido mondo delle teorie letterarie, a metà tra Baricco e Paolini.
La serata era stata reclamizzata con parole di Ken Saro-Wiva che invitava i letterati a mettersi al servizio della società «immergendosi nella realtà, intervenendo ».
Ora, qualcuno in studio avrebbe potuto fargli osservare che è stato proprio il regime sovietico attraverso la poetica del realismo socialista a teorizzare lo storicismo, cioè l’attitudine a rispecchiare nella forma letteraria le contraddizioni tipiche della società.
Gli esiti non li ignoriamo. Se Saviano parla di cose che conosce bene, come il sacco di Castelvolturno, è incisivo, se si addentra nei meandri più sofisticati della letteratura smarrisce un po’ la strada e l’efficacia espositiva ne risente.
Due ore sono esagerate per mantenere sempre alta la tensione drammatica e drammaturgica.
Aldo Grasso
13 novembre 2009
Beh, tutto sommato da questa critica ne è uscito molto meglio di altre comparse televisive....