... "La bisbetica domata" - William Shakespeare (1594) ...
Greta diventa un marchio registrato e, assieme ai familiari,
arriva anche la fondazione no profit, così la ragazzina
passa all’incasso
Roma, 30 gen – Che dietro a Greta Thunberg gravitino interessi economici enormi lo si sapeva ed è stato ampiamente dimostrato. Adesso, però, l’attivista svedese ci toglie ogni dubbio. Come ha annunciato sul suo profilo Instagram, Greta ha ufficialmente presentato la richiesta di mettere il copyright sul suo nome e su quello di Fridays for Future: «Il mio nome e il movimento #FridaysForFuture – ha scritto la Thunberg – vengono costantemente utilizzati per scopi commerciali senza alcun consenso. Succede ad esempio nel marketing, nella vendita di prodotti e nelle raccolte fondi che vengono fatte da terzi a nome mio e del movimento. Ecco perché ho fatto domanda per registrare il mio nome, Fridays For Future, Skolstrejk för klimatet ecc. come marchi». In effetti, la richiesta è stata presentata il mese scorso a Bruxelles, all’autorità Ue competente per la proprietà intellettuale.
Greta Thunberg
La ragazzina svedese giustifica così la sua decisione: «Quest’azione serve a proteggere il movimento e le sue attività. Ed è necessario anche per consentire al mio assistente legale pro bono di intraprendere le azioni necessarie contro le persone, le società ecc. che stanno cercando di usare me e il movimento per scopi non in linea con ciò che il movimento rappresenta. Vi assicuro che io e gli altri studenti in sciopero non abbiamo assolutamente alcun interesse per i marchi registrati. Ma purtroppo questo è ciò che deve essere fatto». Infatti, precisa sempre la Thunberg, «Fridays For Future è un movimento globale fondato dalla sottoscritta. Appartiene a chiunque vi prenda parte, soprattutto ai giovani. Pertanto non può – e non deve – essere utilizzato per scopi individuali o commerciali».
E arriva anche la fondazione
Oltre a questo annuncio, Greta rivela di aver creato e registrato, insieme ai suoi familiari, una fondazione senza fini di lucro: «È solo una cosa che serve per gestire denaro (diritti d’autore dai libri, donazioni, soldi che arrivano dai premi) in un modo assolutamente trasparente», ha spiegato l’attivista svedese. «Per esempio, si devono pagare le tasse prima di poter investire i soldi per scopi specifici e attività benefiche. Ciò richiede molto tempo e lavoro e, non appena la fondazione sarà pienamente operativa, vi racconterò di più. L’obiettivo della fondazione sarà comunque quello di promuovere la sostenibilità ecologica, climatica e sociale, così come anche la salute mentale». Pecunia non olet.
Chi c'è dietro Greta
Se, da una parte, l'operazione può apparire comprensibile e legittima, dall'altra si palesano sempre di più le contraddizioni che animano il fenomeno Greta e la rete di interessi che la sostiene. In poco più di un anno, infatti, Greta Thunberg ha scalato il mondo. Dal primo sciopero per il clima dell'agosto 2018, la sedicenne svedese attivista per il clima di strada ne ha fatta parecchia: dal Forum Economico di Davos all'Onu passando agli incontri con i leader del pianeta, da Angela Merkel a Barack Obama, Greta è ora il simbolo del nuovo "populismo" ambientalista.
La storia di Greta Thunberg inizia il 20 agosto 2018. Ingmar Rentzhog, che è fondatore della start-up We Do not Have Time, incontra la svedese di fronte al Parlamento svedese e pubblica un post commovente sulla sua pagina Facebook. Siamo al primo giorno dello sciopero iniziato dalla giovane studentessa.
Per capire chi è Ingmar Rentzhog occorre fare un altro passo indietro. Nel maggio 2018, è stato assunto come presidente e direttore del think tank Global Utmaning, che promuove lo sviluppo sostenibile e si dichiara “politicamente indipendente”. Sarà, ma il suo fondatore è nientemeno che Kristina Persson, figlia del miliardario ed ex ministro socialdemocratico dello sviluppo strategico e della cooperazione tra il 2014 e il 2016.
Fonte
Postillina ...
VittorioooooooooooooooooooooooOOOOOOOOOOO dove ti xè!??